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> The Evolution of Turtles Issue: 2009-3 Section: Math

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Turtles

 

I primi rettili comparvero nel Paleozoico, probabilmente nel Carbonifero (345 milioni di anni fa), da un gruppo di anfibi primitivi già completamente affrancati dall'elemento liquido; questi esseri avevano un corpo tozzo con una robusta ossatura (il cranio era composto da poche ossa massicce e senza apertura) e si muovevano ondeggiando col corpo e con la coda, strisciando parzialmente con l’addome.

La struttura anatomica che li caratterizza è uno dei più importanti esempi di adattamento e la probabile causa del loro successo evolutivo. Infatti, molti gruppi di rettili e vertebrati scomparvero dalla scala evolutiva circa 65 milioni di anni fa, forse a causa di uno stravolgimento geologico o climatico dovuto al distaccamento delle prime placche terrestri dalla Pangea e che avrebbe dato luogo alla ben nota deriva dei continenti.

L'elevata specializzazione biologica dei rettili, che fino ad allora era stato il loro punto di forza, li rese particolarmente vulnerabili sia dal punto di vista dell'adattamento al nuovo clima che ai conseguenti cambi di alimentazione. Si richiedeva, in buona sostanza, a tutti gli organismi biologici di correre al riparo scegliendo delle fonti di cibo alternative o di adattarsi alle nuove condizioni ambientali.

L'impossibilità di effettuare tale manovra fece in modo che soltanto gli organismi meno specializzati e meno fortemente legati alla dipendenza trofica potessero superare tali barriere evolutive, facendo diventare così i mammiferi i "signori" della terra, strappando lo scettro ai rettili. Questi rettili rinunciando alla dieta predatoria e passando in grande maggioranza ad una dieta vegetariana od onnivora, in aggiunta allo sviluppo di una spessa corazza, raggiunsero delle condizioni ideali che favorirono la loro sopravvivenza. I rettili hanno subito un'evoluzione prodigiosa iniziata nel Carbonifero, circa 280 milioni di anni fa, quando un gruppo di anfibi lasciarono le paludi e gli acquitrini assumendo abitudini sempre meno acquatiche e prevalentemente terrestri.

Infatti, le paludi erano ormai divenute l'habitat ideale per un grande numero di specie, aumentando la competizione alimentare. L'abbandono dell'acqua provocò probabilmente lo sviluppo delle prime uova con guscio, un passo indispensabile per assicurare lo sviluppo dell'embrione e proteggerlo dalla disidratazione. Un'altra caratteristica delle uova, le membrane amnios, chorion e allantoide, fecero delle tartarughei vincitori della battaglia evolutiva. Oggi le tartarughe si raggruppano in due scepie principali: i Cryptodira e i Pleurodira sulla base della posizione di attacco di alcuni muscoli del cranio. Nel 1970 il paleontologo Eugene Gaffney, condusse il primo studio sistematico sull’evoluzione di questi rettili e sostenne che quasi tutti i fossili trovati appartenevano ad una delle due classi, la quale formazione risale a 150 milioni di anni fa.Qualche anno dopo, con lo studio condotto da Juliana Sterly, dottoranda presso il Museo de Historia Natural de San Rafael, in Argentina, su di un guscio e un cranio fossili recentemente trovati nel paese latino, scoprì che non appartenevano ne ai Cryptodira, ne ai Pleurodira.

L'esemplare trovato datato tra 160 e 140 milioni di anni fa, fu battezzato con il nome di Condorchelys antiqua Questa fu un’ulteriore prova che questi primi due gruppi sarebbero più giovani di almeno 60 milioni di anni rispetto a quanto creduto fino a poco tempo fa.

Se questa ipotesi fosse corretta, le moderne tartarughe avrebbero impiegato molto meno tempo a evolversi di quanto finora ritenuto.

 

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